A Zaječar, sulle tracce dell’imperatore Galerio

In una delle zone più remote della Serbia, a pochi chilometri dalla frontiera bulgara, c’è una piccola città di vocazione agricola, Zaječar. Nel periodo socialista della Jugoslavia di Tito c’era anche qualche industria, di cui rimane traccia negli stabili industriali posti nella periferia settentrionale. La fabbrica più nota era la Kristal che produceva oggetti di cristallo, mentre sopravvive ancora oggi la fabbrica dell’ottima birra locale, la Zaječarsko Pivo.

I pochi turisti che si avventurano da queste parti non sono spinti dalla curiosità di vedere l’abitato, in cui si respira un’aria un po’ nostalgica e retrò risalente agli anni Settanta, ma per le considerevoli rovine del palazzo che l’imperatore romano Galerio fece costruire in onore di sua madre Romula e che a lei intitolò, chiamandolo Felix Romuliana.

All’inizio, osservando le imponenti mura fortificate, si era pensato che si trattasse di un avamposto militare, mentre in seguito agli studi e ai ritrovamenti, ci si accorse che si trattava di una prestigiosa residenza imperiale, costruita nei primi anni del IV secolo. Galerio morì prima di potervi passare la vecchiaia, ma in compenso venne abitato da sua madre Romula e dalla sua corte.

Perchè in una zona apparentemente così lontana da Roma o da una città importante? Per la verità in quel periodo vari imperatori hanno origine balcanica. Pensiamo al più noto di tutti, Costantino, che era di Naisso, l’attuale Niš, città serba poco distante da Felix Romuliana. Galerio, che passò parte della sua vita nella più meridionale Tessalonica (l’attuale Salonicco), fino a costruirvi un palazzo, un arco trionfale e il suo mausoleo, e probabilmente morì a Serdica (l’attuale Sofia), era nato proprio nei pressi di quello che sarebbe diventato il palazzo di Felix Romuliana.

I resti sono poderosi, ben tenuti, poco frequentati e ci si può fare una chiara idea di come fosse disposto il palazzo, con le sue pertinenze fatte di terme, templi votivi e strutture difensive. Non è un caso che l’intero complesso sia stato inserito fra i beni protetti dall’Unesco.

La visita non finisce a Felix Romuliana, ma per avere un’idea completa del palazzo, si deve tornare a Zaječar, dove nel piccolo museo sono disposti con grande attenzione tutti i ritrovamenti più preziosi fatti durante gli scavi archeologici.

Fra tutti i reperti, il più significativo è la testa di porfido dell’imperatore stesso e una sua mano che stringe il globo.

Di enorme fascino è anche il bassorilievo che rappresenta Arianna e il mosaico in cui è raffigurato il labirinto dove era racchiuso il Minotauro. Entrambi gli oggetti facevano parte del magnifico ingresso al palazzo imperiale.

I reperti romani di mirabile fattura sono la parte preponderante del piccolo museo che ha l’aspetto di un palazzo neoclassico in miniatura, ma al suo interno troviamo anche delle sale dedicate alla storia più recente di Zaječar, ai costumi locali, e persino una sala dove sono raccolti alcuni manufatti della fabbrica di cristallo cittadina che ormai non esiste più.

Zaječar fa parte di quei luoghi minori, che non hanno il privilegio di essere stati scoperti dal turismo di massa, ma che per questo mantengono una patina di fascino antico e regalano al visitatore l’illusione di aver scoperto qualcosa di raro e prezioso, inaccessibile alla maggior parte dei viaggiatori mordi e fuggi.

Testo e fotografie di Davide Fustini