La Canea (Chaniá) e il monastero di Goniá, angoli cretesi di sapore veneziano

Creta è un universo a parte nel panorama mediterraneo, un’isola che raccoglie le testimonianze di un’antichissima civiltà e le culture di popoli che in seguito si sono avvicendati sull’isola, dai romani ai bizantini, dai veneziani ai turchi. La Canea è una delle città più belle dell’isola, in cui l’impronta veneziana è rimasta con più forza. Per qualche decennio ebbe anche il ruolo di capoluogo dell’isola, prima che questo passasse ad Iráklio, nel 1972.

Passeggiare per i suoi stretti vicoli significa immergersi in una dimensione che riporta alle calli veneziane, con i passaggi pedonali lastricati di pietra, i portoni dagli archi a tutto sesto finemente lavorati, e le finestre con i riconoscibili stipiti e davanzali in pietra bianca.

Qua è là si trovano delle lunghe balconate in legno che ricordano anche al turista più distratto la presenza ottomana nella città. Il dominio turco si protrasse per più di due secoli, da metà Seicento a fine Ottocento.

Le tracce che lasciarono i turchi non si limitarono solo all’architettura civile, ma anche a quella religiosa. Vediamo per esempio, come di fianco alla facciata della chiesa ortodossa di Agios Nikólaos rimanga un minareto. La chiesa, fondata dai Domenicani in epoca veneziana, fu in seguito trasformata in moschea, e solo nel 1918 riportata al culto cristiano.

Un’altra chiesa che spicca in mezzo al reticolo delle strade della città vecchia è la Cattedrale dedicata alla Vergine, una costruzione ottocentesca ricostruita sul luogo di una vecchia chiesa veneziana che i turchi avevano trasformato in fabbrica di sapone.

Molto gradevole è la passeggiata sul vecchio porto, oggi pieno di locali e gremito di turisti. Il suo bacino fu sempre poco importante per via delle acque eccessivamente basse che non permisero mai l’attracco di grosse navi, ma comunque venne fortificato e protetto dai veneziani che tennero la città come emporio commerciale, fino a quando non cadde in mano turca nel 1645.

La passeggiata all’interno dei bastioni presenta un notevole interesse, e dentro le sue strutture è ospitato anche il museo marittimo della città.

Interessante salire sulla vedetta del bastione, quasi sempre sferzata dal vento, per ossevare dall’alto il bacino del porto e figurarsi come venisse chiuso all’ingresso delle imbarcazioni nemiche tramite una catena che veniva tirata fra i due lati della stretta imboccatura.

All’estremo opposto del golfo di Chaniá, a più di venti chilometri dalla città, si trova il suggestivo monastero di Goniá, chiamato così per la sua posizione nell’angolo sinistro del golfo (gonià in greco vuol dire angolo). La sua costruzione seicentesca venne messa a durissima prova dai bombardamenti dei turchi. Troviamo anche una palla di cannone conficcata sul muro del monastero, a ricordo degli eventi subiti.

Il monastero, che si trova in una posizione di rara bellezza sulla riva del mare, possiede una bella collezione di icone post-bizantine e di reliquie. Fu danneggiato anche dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, diventando uno dei simboli della resistenza cretese.

Ogni angolo di Creta offre al visitatore paesaggi unici, richiami storici di grande valore e un’atmosfera meravigliosa. Chaniá e i suoi dintorni di certo non fanno eccezione.

Testo e fotografie di Davide Fustini