Berat è una delle città più singolari d’Albania, con le sue case bianche dalle grandi finestre e i tetti scuri a fare da contraltare al biancore uniforme delle facciate. Il fiume Osum si fa strada sinuoso fra i due quartieri che si dispiegano ai suoi lati, quello di Gorica, sul lato sinistro, e quello di Mangalem sul lato destro.
La città bassa si presenta vivace, accogliente, piena di botteghe e di vita, già abituata al turismo, ma ancora piena di scorci autentici e di vita vissuta. Percorrere il ponte che collega i due lati della città vecchia, consente di godersi ancora meglio l’impatto architettonico delle case che sembrano affastellate le une sulle altre in maniera armonica e pittoresca.
La storia della città è antichissima, e nasce dalla presenza di una fortezza illirico-macedone chiamata Antipatrea, nel III secolo avanti Cristo. I secoli successivi vedranno avvicendarsi la presenza di tantissimi popoli, dai macedoni ai romani, dai bizantini ai bulgari, dai serbi agli epiroti, dai veneziani ai turchi. Proprio alla presenza di questi ultimi si deve la componente islamica che in questa città si concentra soprattutto nel quartiere di Mangalem. Qui, fra le tre grandi moschee, quella del Sultano, quella del Piombo, per via del materiale della cupola, e quella degli Scapoli, quella più vicina al fiume è proprio quest’ultima, caratterizzata da interessanti affreschi sulle pareti esterne. Si chiamava così, perchè era stata costruita per i garzoni e gli artigiani ancora senza moglie.
Salendo nella parte alta della città, si fa ingresso nel terzo quartiere, quello del castello. Le mura, pressoché intatte, risalgono al despota d’Epiro, Michele Angelo Comneno, che le costruì nel XIII secolo. Nel Quattrocento vennero ulteriormente fortificate dai veneziani. In questa parte della città, tradizionalmente cristiana, rimangono alcune chiese, fra cui quella dedicata alla Dormizione di Maria. Al suo interno è stato allestito il museo Onufri, dedicato al più importante pittore albanese di icone che lavorò con grande successo nel XVI secolo.
All’interno delle mura, oltre al museo, vi sono ancora delle abitazioni di residenti, piccoli negozi, ristoranti, locali e scorci meravigliosi che si scoprono percorrendo le strette strade acciottolate. Arrivando al limite del castello si può godere del panorama della città dall’alto, del fiume Osum che vi passa in mezzo, e delle montagne circostanti.
Berat fu per secoli uno dei crocevia dei commerci nella penisola balcanica. Le sue fortune si affievolirono dopo la conquista ottomana, che cessò soltanto nel 1912. Oggi può godere di un turismo crescente, anche perchè il suo centro storico è stato splendidamente preservato e ci consente di fare un tuffo in un lontano passato, mentre percorriamo i suoi antichi vicoli di pietra e le finestre delle sue case bianche ci sembrano tanti occhi curiosi che ci guardano passare.
Testo e fotografie di Davide Fustini