La storia di Cracovia, città che si trova nel sud dell’attuale Polonia, sulla strada che porta da Vienna a Varsavia, ci fa comprendere subito che si tratta di una città straordinaria. Per molti secoli rimase capitale, accumulando ricchezze e crescendo in importanza, nonostante le distruzioni di popoli provenienti da est e da sud, come i tatari e i boemi. Nel 1609 la capitale venne spostata a Varsavia, ma l’incoronazione dei re polacchi continuava ad avvenire sul famoso colle cittadino, il Wawel, fino al 1764. Nei secoli successivi la città entrerà nell’orbita dell’Impero austroungarico, uscendone e rientrandone in diverse occasioni, ma imponendosi comunque come centro artistico, culturale, commerciale della Mitteleuropa. Nell’Impero asburgico divenne la terza città per importanza, dopo Vienna e Budapest.
Per iniziare una visita alla città, il luogo più adatto è il quartiere di Stare Miasto, la città vecchia. Le sue strade ortogonali occupano lo spazio che una volta era racchiuso dalle vecchie mura. Sono strade vivaci, ricche di locali e ristoranti, tutte caratterizzate da bellissimi palazzi rimasti intatti dalla guerra, lungo le quali scorrazzano numerose carrozze trainate da cavalli, per la gioia dei tanti visitatori. Questa zona è diventata fortemente turistica, ma è mantenuta viva anche da alcune istituzioni che continuano ad avere la loro sede in centro. Due, in particolare, meritano una visita approfondita: il Collegium Maius, cuore dell’Università Jagellonica, fondata nel 1364, le cui visite sono consentite con l’ausilio di una guida, e sono anche in lingua italiana, e il museo Czartoryski, una delle più ricche collezioni di Polonia, noto soprattutto per la presenza della Dama con l’ermellino, fra le più celebri e intriganti opere di Leonardo.
Il fiore all’occhiello della città vecchia è l’immensa piazza del Mercato. Gli edifici che la circondano sono tutti di rilevanza storica. Fra le case più belle, al numero 7, c’è la Casa Montelupi, o Casa Italiana, che venne rifatta in forme rinascimentali per conto della famiglia che aveva istituito per prima un servizio postale in Polonia. Tuttavia, l’edificio più imponente è quello che ruba la scena al centro della piazza, il lungo mercato dei Tessuti, dove si coglie la mano degli architetti italiani che lo pensarono in forme rinascimentali, mentre i più recenti portici laterali, di forma neogotica, furono progettati dal pittore Jan Matejko. Sotto le volte del palazzo ha sede un mercato di artigianato e souvenir che ha un ruolo spiccatamente turistico, ma merita una visita per la sua vivacità.
L’altra costruzione che ruba la scena in questa enorme piazza quadrata è la chiesa di Santa Maria, una slanciata costruzione gotica in mattoni con due torri asimmetriche e un settecentesco tempietto poligonale che funge da ingresso principale. Dell’interno colpiscono la ricchezza, la grande dimensione e le splendide vetrate delle finestre gotiche da cui prende luce il presbiterio.
Nel percorrere la via Grodzka, la nobile strada che collega la piazza principale al luogo più sacro dell’intera città e forse dell’intera nazione, la collina del Wawel, si passa attraverso un vasto numero di chiese e di palazzi di istituzioni. Forse la più suggestiva è proprio la costruzione barocca della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, per via delle statue degli apostoli che svettano sulla recinzione che si trova lungo la strada e per il richiamo alla Chiesa del Gesù di Roma.
Arrivati sulla collina del Wawel, ci si accorge di tutta la bellezza e sontuosità accumulata nei secoli. I seguaci dell’induismo considerano il cortile del Palazzo Reale come un luogo in cui si trova uno dei sette chakra della terra, ed è forse per questo che la città è rimasta indenne nei secoli dalle distruzioni che hanno colpito altre parti della Polonia. Constatare che per gli indù questo luogo sia in compagnia di Roma, Dehli, Gerusalemme o Delfi, nell’elenco di quelli da cui irradia l’energia positiva del mondo, non stupisce neanche più di tanto. Qui c’è molto da vedere. Si può partire dall’elegante e vasto cortile del palazzo, per visitare le stanze del vecchio castello. Si può passare poi alla Cattedrale dei Santi Venceslao e Stanislao Vescovo, che stordisce per la grande ricchezza e ci ricorda che è il luogo più simbolico della nazione. Qui sono stati incoronati e riposano quasi tutti i re polacchi. Sempre qui, nella torre di Sigismondo, fra le altre campane, si trova la celebre campana Sigismondo, la più grande del paese con i suoi due metri di diametro e undici tonnellate di peso.
Una volta visitato il Wawel e ammirato il placido fluire del fiume Vistola dall’alto del suo belvedere, si può ridiscendere e addentrarsi nel quartiere Kazimierz, dal nome del suo fondatore, il re Casimiro III il Grande, che ne fece una città autonoma. Il quartiere da oltre duecento anni è parte integrante della città, ma la sua particolare atmosfera, legata anche alla storia della comunità ebraica di Cracovia, è ancora ben presente. Durante la guerra la numerosa popolazione ebraica venne annientata, ma negli ultimi decenni le vecchie sinagoghe, i locali, le librerie, tornano a vivere per i tanti ebrei che hanno deciso di tornare a ripopolare il quartiere. Di sera o di giorno, fra chiese, sinagoghe, ristoranti, bar, antiquari e caffetterie, passeggiare in questa zona è un passatempo istruttivo e divertente.
Quando avrete la fortuna di visitare Cracovia, vi accorgerete che quelli che vi ho illustrato sono solo alcuni dei tanti volti di una città ricca di storia, di arte e di fascino, e pulsante di vita.
Testo e fotografie di Davide Fustini