Una delle città più affascinanti della Bulgaria è Plovdiv. Si tratta della seconda città del paese, ma il suo aspetto tradisce un passato di località abitata fin da tempi antichissimi. In molte classifiche compare fra le prime vere e proprie città della storia, in compagnia di nomi altisonanti, come Aleppo, Byblos, Atene. Nel secolo passato sono stati fatti molti scavi e ritrovamenti che hanno reso il centro cittadino, di impianto risorgimentale, ancora più intrigante dal punto di vista storico e archeologico. Penso indubbiamente al magnifico Teatro romano che si trova nella parte alta della città ed attira molti visitatori da tutto il mondo. Di questa zona della città, tuttavia, vorrei parlare un’altra volta.
Mi preme invece descrivere l’ultima nuova attrazione che è stata aperta al pubblico da poco tempo: la grandiosa Basilica episcopale che fu costruita in città alla fine del IV secolo, in omaggio alla nuova religione cristiana che era stata legalizzata nel 313 d.C. e qui aveva subito iniziato ad essere praticata in massa. Come accadeva spesso, la basilica venne eretta al posto di un vecchio tempio pagano, e le sue dimensioni dovevano essere molto significative per l’epoca. Tuttavia, dell’enorme struttura religiosa oggi rimangono in particolare i grandiosi mosaici pavimentali.
La basilica infatti venne abbandonata nel VII secolo e più avanti vennero costruite al suo posto delle abitazioni e una necropoli. Solo negli anni Ottanta del XX secolo ci si accorse della presenza di un sito così importante, ma i cambiamenti politici ed economici della Bulgaria hanno ritardato la sua riscoperta di qualche decennio. Lo splendido lavoro di restauro dei mosaici è stato coronato dalla creazione di una struttura che permettesse la visita del sito e la sua preservazione. Un’equipe di architetti bulgari e statunitensi ha compiuto un lavoro molto efficace e oggi è possibile calarsi all’interno dei ritrovamenti con l’ausilio di predelle trasparenti, di simulazioni degli interni, di spiegazioni chiare ed efficienti. Un ulteriore mosaico, staccato e rimontato al piano rialzato della struttura, porta la dimensione totale di mosaici visitabili all’impressionante numero di 2000 metri quadrati.
Oltre al simbolo principe della basilica, il grande pavone che rappresenta l’immortalità, vi sono tantissime altre figure che richiamano la simbologia del primo cristianesimo e le influenze dovute all’età classica precedente. Vediamo dunque un insieme di uccelli che formano una sorta di giardino dell’Eden, vasi, fontane e tralci d’uva che richiamano la fonte della vita, foglie di edera che già nell’antichità classica rappresentavano la vita eterna. La vivacità dei colori resi di nuovo brillanti, rende unici anche quei tratti di mosaico che sono esclusivamente geometrici.
Questa Basilica episcopale è già diventata una delle nuove attrazioni di una città che probabilmente racchiude in sé le più significative testimonianze storiche del paese e fra le più importanti dell’intera penisola balcanica.
Testo e fotografie di Davide Fustini