La Serbia è una piccola nazione che negli ultimi decenni è passata dall’essere il cuore del potere jugoslavo, ad essere uno stato senza neppure l’affaccio sul mare. Le numerose guerre, le crisi economiche, i cambiamenti sociali e la posizione geografica, l’hanno tenuta a lungo fuori dalle tradizionali rotte turistiche, ma questo non corrisponde alle reali possibilità di questa terra.
In altri momenti mi dedicherò alla sua spumeggiante capitale, Belgrado o alle zone più selvagge dell’estremo sud-est, ai confini con la Bulgaria.
Qui però vorrei accennare a Novi Sad, seconda città dello stato per importanza, che dista appena un centinaio di chilometri dalla capitale, in direzione dell’Ungheria, da cui è stata fortemente influenzata da un punto di vista culturale e architettonico.
Novi Sad è una città con una spumeggiante vita sociale, ricca di locali, bar, gallerie d’arte ed i suoi abitanti esprimono una gioiosità di vita che sta a metà strada fra il mondo austro-ungarico e quello slavo, più meridionale.
Il luogo più importante e suggestivo della città è Piazza della libertà, con la sagoma neogotica della chiesa dedicata alla Vergine Maria, il Municipio, l’hotel Vojvodina e la sede della Banca di Vojvodina, che occupa lo spazio del vecchio Grand Hotel.
Da qui si dipartono un po’ di strade pedonali, di cui la più famosa è la Zmaj Jovina che raggiunge la Dunavska. Tutta la zona è piacevole, i locali si insinuano anche all’interno degli stabili, in cui si entra attraverso dei passaggi coperti. Lungo il tragitto ci sono altre chiese e palazzi d’epoca che mantengono una forte armonia architettonica. Se si sceglie di uscire dalla piazza dal lato opposto, invece, oltrepassando una parte un po’ più moderna della città e attraversando un largo viale trafficato, si raggiunge la singolare mole della Sinagoga, sulla Jevreiska, costruita nel 1909 ed oggi usata per eventi culturali dall’intera cittadinanza.
Vale però la pena allontanarsi anche un po’ dal centro. Attraversando il Danubio lungo il ponte Varadinski, si raggiunge Petrovaradin, la mole della grande fortezza che per molti secoli è rimasta a guardia di un’ansa del Danubio con ai suoi piedi un vecchio e suggestivo quartiere di casette basse.
Al posto della fortezza vera e propria, che fu caserma e prigione, oggi ci sono un museo, alcuni locali con una splendida vista sul fiume e sulla città, e un bell’albergo. Il simbolo di questa parte della città è la Torre con l’orologio, dalle lancette invertite. Le ore vengono segnate dalla lancetta più lunga, per permettere ai navigatori del Danubio di vedere l’orario anche da molto lontano.
Nei dintorni di Novi Sad, i luoghi più suggestivi sono la cittadina di Sremski Karlovci, circondata dai vigneti che sorgono lungo le rive del Danubio, e sede del Patriarcato ortodosso serbo. Si possono visitare inoltre i tantissimi monasteri della Fruška Gora, un parco naturale sulle colline che si espandono a nord della città. I monasteri erano stati costruiti per proteggere la cultura e la religione serba dall’invasione dei turchi e oggi ne sono rimasti sedici, tutti immersi in panorami idilliaci, fra boschi, campi di girasoli, vigneti, roveti di frutti di bosco.
Visitare Novi Sad e i suoi dintorni vi riporterà nel mondo incantato dell’Europa d’inizio Novecento, in cui architettura, urbanistica e arte non dovevano avere solo una funzione razionalistica, ma anche rendere più bello e piacevole l’ambiente urbano in cui dovevano vivere, abitare e lavorare gli uomini. I suoi dintorni, invece, vi faranno fare un passo ancora più indietro nel tempo e vi faranno immergere in una natura quasi incontaminata che custodisce gelosamente i segreti e le tradizioni del popolo serbo.
Testo e fotografie di Davide Fustini