Zwickau è una piccola città di provincia della Sassonia. Il suo centro storico non svela da subito la ricca eredità culturale e industriale della città, pur regalando degli scorci caratteristici come quelli che si godono dalla centrale piazza del Mercato, Hauptmarkt.

Nella stessa piazza si affaccia la casa dell’illustre musicista Robert Schumann, che fu pianista e compositore molto apprezzato nell’Ottocento. Qui oggi si può ripercorrere la sua vita e le persone che ne condizionarono la formazione: il padre libraio ed editore, la madre pianista dilettante e la moglie, anch’essa musicista.

Il palazzo più caratteristico della piazza è la Gewandhaus, la cosiddetta Casa dei Panni, perchè nacque in epoca rinascimentale come sede della potentissima corporazione dei tessutai locali. Già nell’Ottocento fu trasformata in sede di teatro, dove lo stesso Schumann ebbe occasione di esibirsi. Oggi continua ad essere un rinomato teatro cittadino.

A pochi passi dalla Piazza del Mercato, seguendo la svettante guglia del campanile, si raggiunge la piazza del Duomo, in cui ammirare questo esempio di gotico fiammeggiante tedesco, dalle linee verticali e dalle grandi proporzioni. Si tratta della Chiesa di Santa Maria.

Usciti dal centro, si raggiunge il museo più interessante della città, quello dedicato all’ingegner August Horch, fondatore a inizio Novecento del marchio Audi.

Proprio in questo museo si impara che i quattro anelli di Audi rappresentano il simbolo dei quattro marchi che componevano la Auto Union, e cioè: la Wanderer, la Horch, la DKW e l’Audi stessa.

Ricchissima la collezione di automobili civili, di rappresentanza, di servizio, alcune frutto di mirabile restauro, altre addirittura di ricostruzione dai progetti dell’epoca.

Quando Zwickau si ritrovò nella Germania Est, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’industria automobilistica dell’est partorì questo iconico modello di auto popolare, la Trabant, che veniva prodotta proprio negli stabilimenti di Zwickau. La produzione si arrestò nel 1991, con la riunificazione tedesca. La seconda parte del museo è dedicata quasi interamente a questo simbolo della Germania comunista.

Fra le curiosità di questo museo unico nel suo genere, c’è anche la possibilità di visitare la villa che l’ingegner Horch si era fatto costruire di fianco agli stabilimenti, in stile di inizio Novecento. Vi sono anche le ricostruzioni dei suoi uffici, di alcuni dei reparti industriali e di una pompa di benzina dell’epoca.

Questa piccola città della Sassonia è stata una zona mineraria molto attiva, un centro di produzione di tessuti, una capitale dell’automobile tedesca e ha dato i natali a un musicista del calibro di Schumann e al noto pittore espressionista Pechstein. Per queste ragioni merita una deviazione dagli itinerari turistici più battuti che di solito portano i visitatori a Berlino, Lipsia o Dresda.

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