Eger, nobile città ungherese

Non sono tantissimi i turisti che si spingono ad est di Budapest. Chi lo facesse, si imbatterebbe in una piccola città di provincia, rinomata per il vino e per la sua architettura barocca, che richiama una storia nobilissima.

Il punto più alto della città è il castello, di cui sono rimaste le mura. Al loro interno, sul fondo di un vasto cortile, spicca per architettura il palazzo vescovile, con un’elegante fila di archi acuti, di gusto squisitamente gotico. Al piano terra del palazzo si trova la cappella in marmo rosso dedicata all’eroe della città, István Dobó, il castellano che nel 1552 riuscì a respingere l’assedio dell’esercito turco e a rimandare di quasi mezzo secolo la presa della città da parte degli invasori.

Questa vicenda è talmente importante per la città, che viene ricordata ovunque. Un esempio è il bellissimo rilievo bronzeo che campeggia all’ingresso della fortezza.

Un altro luogo commemorativo della prode figura dell’eroe nazionale è la scenografica piazza a lui dedicata, al centro della quale spicca un monumento in bronzo che lo ritrae vittorioso al fianco di alcuni eroici personaggi della cittadinanza.

Poco distante dalla piazza, spicca uno snello minareto che ci ricorda come infine i turchi riuscirono ad occupare la città e ci rimasero per circa un secolo. Oggi il monumento, con una croce sulla vetta, è rimasto come belvedere sul quale salire per osservare la città dall’alto dei suoi trentacinque metri.

Fra le tante belle architetture che arricchiscono la città, un ruolo speciale è da attribuire alle numerose chiese. Oltre al tempio barocco che svetta nella piazza dedicata a István Dobó, abbiamo anche la grande Basilica vescovile, una chiesa di gusto neoclassico edificata a inizio Ottocento. Come sulla scalinata di accesso al tempio, così sulla monumentale facciata a colonne e anche all’interno, si nota la mano di vari artisti italiani.

Bello il vasto interno luminoso, sapientemente restaurato, fra colonne, ori, affreschi dai colori a pastello e coreografiche vetrate.

Nella stessa piazza della Basilica, di fronte ad essa, si trova il grande palazzo settecentesco della Scuola Superiore, un tempo liceo e oggi sede di alcune facoltà universitarie.

Entrateci dentro e chiedete dell’antica biblioteca fondata da Karoly Eszterházy. Salirete le scale all’interno dell’edificio e lungo un corridoio da collegio, troverete un’insegna che vi farà entrare dentro alla vasta stanza adibita a biblioteca.

All’interno, in cambio di un esiguo biglietto d’ingresso, vi verrà illustrata la magnifica biblioteca voluta dal vescovo ungherese tornato da Roma con l’intenzione di fare della sua città una culla della cultura. Egli commissionò gli scaffali in legno e l’incredibile soffitto affrescato con le scene e i partecipanti del Concilio di Trento, così importante per la storia dei cattolici.

Particolarmente curioso è l’episodio dedicato alla censura dei libri che avevano contenuti contrari alla dottrina e alla morale della Chiesa. Si nota il fulmine divino che brucia i passi dei libri controversi, quasi a suggerire che vi fosse una mano divina a guidare i censori di tali libri.

Passeggiare per le strade di Eger, ci permette di conoscere meglio la ricca e fiera cultura ungherese, impregnata di orgoglio, di attaccamento alle proprie radici e di voglia di difendere la propria libertà.

Testo e fotografie di Davide Fustini