Nel Peloponneso ricchissimo di storia ci rechiamo più spesso nelle zone vicine ad Atene, principalemente nell’Argolide nota per Micene, Tirinto ed Epidauro. Altre volte ci allunghiamo fino all’area archologica di Olimpia. Più raramente raggiungiamo la Messenia, zona nota per avere una straordinaria produzione di olive e un delizioso olio da tavola.
All’estremità meridionale della Messenia si trovano dei piccoli borghi ricchi di storia. Uno di questi è Pilos, noto anche come Navarino. Al largo delle sue acque, il 20 ottobre del 1827 avvenne la famosa battaglia in cui le forze inglesi, francesi e russe sconfissero la flotta turca che ancora imperversava nelle acque greche. Nella bella piazza cittadina, circondata da edifici porticati e ombreggiata da degli enormi platani, sorge un monumentale obelisco a ricordo degli ammiragli delle tre nazioni che contribuirono alla battaglia greca per l’indipendenza.
Percorrendo una decina di chilometri a sud, si arriva a un’altra cittadina di grande fascino, raccolta sul mare attorno alla grande mole della fortezza veneziana del XIII secolo. Si tratta di Modone (Methoni per i greci). Le mura esterne che subirono rifacimenti nei secoli successivi, risultano ancora intatte e imponenti.
Una volta entrati all’interno, ci si accorge tuttavia del grande danno che fecero i turchi durante la loro occupazione. Della cattedrale, delle chiese e degli edifici di un tempo, non rimangono infatti che poche rovine. Il leone di Venezia, incastonato fra i sassi delle mura, rimane a testimonianza del fastoso passato.
Una volta raggiunta la porta che si affaccia sul mare aperto, la Porta di Mar, risulta suggestiva la cinquecentesca Torre di Bourzi che svetta solitaria su un isolotto unito alla terraferma e oggi raggiungibile a piedi.
Affittando una barca al molo e recandosi alla disabitata isola di Sapienza, ci si può accorgere meglio del luogo strategico di cui si potevano avvantaggiare i veneziani, nell’avere il controllo della fortezza di Modone. L’isola di Sapienza, seppure abitata solo da delle curiose capre selvatiche, offre una spiaggia dai colori caraibici e una natura completamente incontaminata.
Risalendo a nord di Pilos (Navarino), si possono incontrare altre mete naturalistiche molto interessanti. Una di queste è la grande baia di Voidokilià, che si estende a ferro di cavallo davanti a una zona lagunare protetta. L’assenza di impianti turistici permanenti favorisce anche la presenza di aree di nidificazione per le tartarughe di mare, ma non impedisce un grande afflusso di turisti, richiamati dalla particolarità di questo angolo di mare.
Poco più a nord si trovano invece i resti di un antichissimo palazzo di epoca micenea. Ai ritrovamenti, fatti a inizio Novecento, seguirono gli scavi degli anni Cinquanta, che portarono alla luce molti reperti importanti, fra cui delle tavolette con iscrizioni in lineare B, la lingua usata dai micenei più di tremila anni fa.
Si tratta del palazzo di Nestore, leggendario re di Pilo, descritto anche da Omero come sovrano di grande saggezza, che viene visitato da Telemaco in cerca di notizie sul padre Ulisse. All’interno degli scavi, molto suggestiva è la grande sala del trono con i testi del grande focolare.
Di fianco alle stanze adibite al re, vi erano quelle adibite alla regina, dove è sopravvissuta una curiosa vasca da bagno con una forma straordinariamente moderna.
Nelle campagne circostanti, allontanandosi da mare, fra uliveti, aranceti e vigneti, ci si può imbattere in una piccola cascata in mezzo a una folta foresta, la cascata di Polylimnio, che forma dei piccoli laghetti dai colori sgargianti.
Il Peloponneso, non solo nelle sue regioni più note, è un connubio incredibile fra storia antichissima e natura paradisiaca, e anche per questo andrebbe visitato senza i tempi sincopati del turista moderno, ma con quelli più lenti del viaggiatore curioso.
Testi e fotografie di Davide Fustini