Pola, scrigno di vestigia romane

Pola è la più grande città istriana, pur non essendo il capoluogo della penisola. La città ha una storia molto antica, fatta di alti e di bassi. Uno dei periodi di maggior fasto fu quello della presenza romana, di cui rimangono ancora lasciti molto importanti. Il principale è l’anfiteatro romano, che viene considerato a pieno titolo il simbolo della città.

La città subì molte invasioni, periodi di spopolamento, carestie, epidemie, e per molti secoli fu parte integrante della Repubblica di Venezia. Proprio nel cuore del periodo veneziano, nel 1583, il senato della Serenissima propose di smontare l’arena pezzo per pezzo e di rimontarla a Venezia, a causa della condizione di momentaneo degrado in cui versava la città stessa. Il progetto venne sventato da un senatore veneziano a cui ancor oggi la città è debitrice.

Pola vide accrescere la propria popolazione e il proprio prestigio a metà Ottocento, quando divenne il principale porto della marina austriaca, mentre dopo la Seconda Guerra mondiale tre quarti della sua popolazione, composta da italiani, si vide costretta ad abbandonare le proprie case e la città visse un momento drammatico. Ancora oggi a Pola vive una minoranza italiana.

La bellezza dell’anfiteatro, che si trova appena fuori dal centro storico, è data dal perfetto stato di conservazione, dalla sua dimensione considerevole, dal biancore della pietra d’Istra con cui è stato costruito, e dalla sua vicinanza al mare. È composto di due ordini di 72 arcate sovrapposte e di un ultimo anello di finestre rettangolari. In uno dei lati è stata sfruttata la pendenza della collina per costruirvi le gradinate. La sua costruzione è coeva a quella dell’Anfiteatro Flavio (Colosseo), nel I secolo dopo Cristo, e poteva contenere più di 20.000 spettatori. Oltre all’arena, è possibile visitare parte dei sotterranei, dove sono raccolti alcuni resti che rimandano alla viticoltura e coltivazione degli ulivi al tempo dei romani.

Spingendosi verso il centro, si possono incontrare gli altri resti romani di cui è costellata la piccola città portuale. Fra questi ricordiamo una delle porte d’ingresso attraverso le mura romane, l’elegante Porta Gemina, che si trova nei pressi del Museo Archeologico e della sede della Comunità Italiana di Pola.

Un altra testimonianza dell’estro romano, si trova poco più avanti, quando si raggiunge il raffinato Arco dei Sergi, costruito nel I secolo avanti Cristo per tre membri della famiglia romana dei Sergi. Si tratta di un monumento di piccole dimensioni, dotato di colonne corinzie scanalate che donano alla sua struttura ancor più eleganza.

Infine, nel cuore della città, nella piazza che in origine era quella del foro romano, troviamo il Tempio di Roma e Augusto, convertito in chiesa nel periodo bizantino, usato come deposito nel periodo veneziano, e infine restaurato, dopo i danni della Seconda Guerra mondiale.

Poco distante dal foro romano, si trova la Cattedrale, nel luogo in cui si riunivano i primi cristiani. La facciata si presenta oggi con i suo aspetto cinquecentesco, mentre il campanile, che è successivo, è stato costruito anche con alcuni blocchi provenienti dall’anfiteatro.

Passeggiare per le strade di Pola, ci fa ripercorrere il suo passato composito e ricco delle diverse influenze culturali che si sono succedute in città. Dall’antico passato romano all’ottocentesca presenza austroungarica, dalla lunga appartenenza a Venezia, con la successiva influenza italiana, al presente slavo e croato. Si tratta di una città che ci fa fare un interessante viaggio a ritroso nella storia.

Testo e fotografie di Davide Fustini