Scàrpanto è una delle isole più lontane del Dodecaneso. Si protende, pressochè solitaria, come un ponte fra la grande Rodi e la ancora più vasta Creta. La sua conformazione fisica, aspra e montuosa, e la sua collocazione geografica così distante, l’hanno tenuta per anni lontano dalle rotte più battute dai turisti, ma la sua incontestabile bellezza le ha fatto conquistare il cuore degli amanti del bel mare, della natura selvaggia e delle atmosfere mediterranee.
La visita comincia dal piccolo capoluogo, Pigadhia, chiamato anche più semplicemente Karpathos, le cui case che si allungano sul mare sono per la maggior parte il frutto delle rimesse dei suoi abitanti emigrati in America. In estate il vivace lungomare si riempie di piccoli locali dove mangiare e bere, mentre la strada parallela, che si insinua all’interno dell’abitato, è dedicata alle più disparate attività, dalle gelaterie, ai negozi di souvenir, ai ristorantini più defilati, a una delle grandi chiese del borgo. La strada ancora più in alto, aperta al traffico automobilistico, offre i servizi di cui usufruiscono anche agli abitanti dell’isola, qualche ufficio, qualche agenzia, alcuni supermarket e un’altra chiesa.
Fra gli edifici più interessanti del capoluogo, c’è il vecchio palazzo della provincia, costruito negli anni Trenta su progetto dall’architetto Rodolfo Petracco, durante la presenza italiana nel Dodecaneso. Il suo stile razionalista, inconfondibile per l’epoca, i giochi delle forme e i contrasti di colore, ne fanno un ottimo esempio di architettura della prima metà del ventesimo secolo. Oggi ospita in parte gli uffici dell’isola e in parte un piccolo museo archeologico.
Uscendo dalla città verso nord, si possono scorgere lungo la riva del mare delle rovine in marmo bianco di una vecchia chiesa del V secolo, Aghia Fotinì, costruita su un tempio classico, verosimilmente dedicato a Castore e Polluce.
La strada in seguito si inerpica sulla montagna, diventa progressivamente più difficoltosa, e per scoprire le spiagge più conosciute e fotografate, si deve abbandonare il tragitto principale e scendere al mare, utilizzando delle strade più strette e piene di tornanti, che svelano dei paesaggi via via più suggestivi. Fra le più note spicca Kyra Panaghia, con la chiesa dalla cupola rossa che domina la baia turchese stretta fra i due lati della montagna.
Un’altra risalita verso la strada principale e un’altra discesa fatta di tornanti ci porta alla spiaggia di Apella, dove il colore cristallino del mare risalta fra il verde della foresta dei pini che raggiungono quasi la riva.
Lo spettacolo è assicurato tanto sul bordo del mare, quanto sui pochi spiazzi che ci sono sulla strada principale, che corre sempre in quota rispetto alla costa. In seguito la strada si fa un po’ più difficile, franosa, ma sempre ricca di scorci indimenticabili. Dopo alcuni tratti completamente disabitati si raggiunge il coloratissimo paese di Ólimbos, abbarbicato sulle montagne, per la volontà dei suoi antichi abitanti di sfuggire alle incursioni dei pirati.
Il paese oggi vive principalmente di turismo. I suoi vecchi mulini sembrano inattivi, ma le donne vestite ancora con gli abiti tradizionali, propongono pizzi e tessuti di fabbricazione locale, assieme ad altri oggetti di artigianato o semplici souvenir.
Altrettanto pittoresco nei colori e nella conformazione, risulta il piccolo borgo di Menetés, molto più vicino al capoluogo, ma anch’esso raggiungibile dopo qualche tornante di montagna, nella direzione opposta a quella di Ólimbos.
La parte più piatta di un’isola altrimenti assai montuosa, è quella dove si trova il piccolo aeroporto e anche gli angoli di mare dal colore più bello. L’esposizione ai venti, però, rende queste spiagge anche le meno protette e le più esposte alle forti correnti, tipiche di questo angolo di Mediterraneo.
Anche la cucina di Scarpanto è particolare, come la conformazione e la posizione dell’isola. Forte è l’influenza veneziana. Fra i piatti tipici troviamo infatti, oltre agli ottimi gamberetti fritti, ai formaggi tipici, al pesce e alle carni, i makarounes, cioè dei maccheroncini serviti con del formaggio e della cipolla caramellata. Un motivo in più per visitare questo angolo di paradiso.
Testo e fotografie di Davide Fustini.
Una parte del romanzo La vendetta esibita di Davide Fustini, è ambientata sull’isola di Karpathos.