La città di Szeged, conosciuta dagli italiani anche come Seghedino, è la più grande fra le città meridionali dell’Ungheria. Non arriva ai duecentomila abitanti, ma la vivace università, la sua posizione sulla riva del fiume Tibisco a pochi chilometri dalle frontiere serba e rumena e la sua fama di centro di produzione alimentare e artigianale, la rendono fra le mete più interessanti della nazione magiara.
L’uniformità del suo centro storico che si dispone a raggera sulla riva del grande fiume, è dovuta proprio a una devastante esondazione di quest’ultimo, che nel 1879 provocò una distruzione pressoché totale del vecchio nucleo urbano. Negli anni seguenti ci fu una grande solidarietà internazionale e un impegno di architetti dell’Impero Austro-Ungarico che riempirono la città di edifici dal gusto eclettico ed Art Nouveau e con i colori tipici del gusto mitteleuropeo dell’epoca.
La piazza più sontuosa della città, e una delle più belle d’Ungheria, è quella di fronte al Duomo, costruito in mattoni rossi in una zona leggermente decentrata rispetto al vero e proprio centro storico. La sua costruzione proseguì per cinquant’anni dopo la grande inondazione e terminò solo nel 1930. Il risultato è un fastoso tempio cattolico, di impronta neo-romanica e con una facciata stretta fra due poderose torri campanarie, alte 93 metri ciascuna. All’interno le decorazioni sono in stile bizantino, mentre l’organo risulta essere uno dei più grandi d’Europa.
Un altro palazzo che ruba l’attenzione al turista è lo splendido municipio costruito in stile eclettico e terminato anch’esso negli anni successivi all’inondazione. L’elegante facciata composta di un corpo centrale più ricco, di due ali laterali più basse e coperta da un tipico tetto colorato, è dominata da una caratteristica torre dell’orologio che termina con un’elegante guglia che conferisce pregio e leggerezza all’intera struttura. Il municipio è collegato a un edificio laterale attraverso un ponte sospeso, che viene chiamato allegoricamente ‘Ponte dei sospiri’ e si trova di fronte a una piazza sistemata a giardino, con belle fontane, e che rappresenta il vero centro cittadino.
Allontanandosi un po’ dal fiume, oltre la prima circonvallazione, si raggiunge il fastoso edificio della grande Nuova Sinagoga. Si tratta dell’ennesimo edificio cittadino influenzato dall’eclettismo dell’epoca, costruito a inizio Novecento dall’architetto Lipót Baumhorn e indubbiamente uno dei più bei templi ebraici di tutto il continente.
Infine, tornando verso il fiume, ci si imbatte in altri edifici in pieno stile Secessione. Molto caratteristico è il Reök-Palota, edificato nel 1907 da Ede Magyar, con i suoi colori pastello, le linee arrotondate e il gusto floreale che fanno prendere all’architetto il soprannome di Gaudì ungherese.
Gli angoli della città pieni di fascino, di riferimenti all’inizio del Novecento e di eleganza tipicamente austroungarica sono innumerevoli. Così come squisite sono le pasticcerie del centro che riportano ai fasti viennesi. Seghedino è una piccola città in cui la vita scorre lenta come il fiume che le passa accanto, ma ricca di storia e di scorci che rendono una visita fra le sue strade assolutamente imperdibile.
Testo e fotografie di Davide Fustini