La Transilvania, nel cuore della Romania più profonda, è racchiusa fra i Carpazi meridionali e i Carpazi orientali e rappresenta una sorta di cuneo all’interno del territorio abitato dal popolo rumeno. Questa sua conformazione la rese sempre soggetta alla presenza di popoli che si aggiungevano alla presenza dei Daci, ma le permise anche di essere un luogo di scambio fra il nord e il sud dell’Europa. Dal XIII secolo i cavalieri teutonici fecero ingresso in questi territori e si portarono dietro la popolazione sassone che costruì vere e proprie città fortezza.
La nuova città di Brassoviaburg dovette presto munirsi di solide mura, per difendersi dalle invasioni di mongoli e turchi, che continuarono ad arrivare ad ondate nel corso dei secoli. La crescita economica della città, però non si fermò e anzi si consolidò dopo il 1688, quando la città entrò a far parte dell’Impero austroungarico. Il suo nuovo nome a quell’epoca divenne Kronstadt, e al benessere si aggiunse anche un considerevole sviluppo culturale. Lo vediamo ancora nella struttura compatta e perfettamente conservata del piccolo centro storico a ridosso delle pendici boscose del monte Tampa, su cui si sale con una vecchia cabinovia.
Nella piazza del Municipio, dalla forma irregolare, vediamo un concentrato delle diverse epoche storiche e vicissitudini politiche che hanno attraversato la città. Il municipio stesso racchiude un insieme di stili che vanno dal gotico, al rinascimentale e al barocco. La poderosa torre di guardia venne innalzata solo nel Cinquecento, mentre la più elegante e delicata loggia porticata è della fine del Settecento. I palazzi che si affacciano sulla piazza, con i loro colori sgargianti e i tetti spesso spioventi sono una perfetta sintesi fra l’antica tradizione sassone e il gusto austroungarico successivo. Colpisce l’assenza delle facciate delle chiese ortodosse, che per un decreto dell’imperatore d’Austria dovevano rimanere nascoste all’interno dei palazzi. Solo le chiese di culto cattolico potevano infatti avere la facciata sul fronte stradale.
L’edificio più caratteristico della città, che svetta su tutti gli altri con la sua imponenza e singolarità è però la cosiddetta Chiesa Nera, chiamata così in seguito a un incendio che ne annerì le pareti a fine Seicento. Si tratta del più grande luogo di culto gotico di tutta la Romania, costruita fra il Trecento e il Quattrocento, di stampo tipicamente germanico e dalle mura imponenti come quelle di una fortezza. L’interno non è da meno con le navate ampie e slanciate e la collezione di tappeti orientali, omaggio dei ricchi mercanti alla chiesa. Ancora oggi al suo interno si svolgono funzioni di rito evangelico, in lingua tedesca.
Il centro storico di Brasov, risparmiato dalla successiva edilizia del periodo postbellico, rappresenta un singolare esempio di omogeneità architettonica e rende piacevole il passeggio lungo i vicoli medievali sovrastati dalla verdeggiante montagna e ricchi di piccoli negozi di souvenir, ristoranti, botteghe artigiane o di antiquariato. Rimane viva un’antica atmosfera in cui il mondo germanico si è fuso con il mondo rumeno e dell’Europa sud-orientale, creando una miscela che emana ancora un grande fascino.
Testo e fotografie di Davide Fustini