Settecappotti

Anche in quest’opera dedicata a Bologna, Bruno Fustini ci mostra la città nel suo solito modo, racchiusa all’interno delle mura medievali con i suoi tetti rossi dal sapore espressionistico e la grande cupola verde di Santa Maria della Vita.
Questa volta però entra in scena uno dei personaggi più pittoreschi della Bologna del dopoguerra, un periodo in cui allo slancio del boom economico della ricca città emiliana, facevano ancora da contraltare quella provinciale umanità e spontanea bonomia che rendevano il tessuto cittadino uno dei più interessanti d’Italia.
Settecappotti era infatti un curioso cartonaio bolognese, che sbarcava il lunario sgomberando cantine e solai con la sua bici carica di cianfrusaglie, i suoi sette cappotti indossati uno sopra l’altro e il suo caschetto da cantiere.
Questo bizzarro abbigliamento serviva per ripararsi dalle pericolose radiazioni, diceva lui, o semplicemente per nascondervi i soldi di cui, narra la leggenda, fosse pieno tanto da averne riempito il materasso di casa.
Inevitabile un pizzico di nostalgia, ma anche la speranza in un futuro diverso dal mediocre presente, suggerita dal coloratissimo cielo che con la sua allegra tracotanza cromatica riempie la tela di disincantato ottimismo.

Davide Ciolakoff


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