Il vicolo incantato

Ancora una volta Bruno Fustini omaggia la sua Bologna, regalandoci questa tela ricca di colore e proponendoci una visione fantastica della città.
In questo caso però la città non è racchiusa nelle sue antiche mura, non mostra le sue caratteristiche cupole verdeggianti, ma è una città ripresa da una delle sue strade più strette, forse da uno dei vicoli del Ghetto che con le sue case e la sua ovattata aria di misterioso silenzio cinge le alte torri e le rende ancora più spettacolari.
Quest’aria così incantata e fiabesca ci riporta alle antiche città immerse nella foresta transilvana, in cui ricche città di mercanti tedeschi fiorivano fra foreste popolate di mercanti e briganti, o forse richiama le architetture bizzarre e visionarie di Gaudì e Hundertwasser in cui la costruzione delle case assume delle linee curve, mutuate dalla natura e in simbiosi con essa.
Ecco quindi che anche le torri, che di solito il pittore scompone in linee rigorosamente geometriche, qui sembrano assumere la forma di curiosi tronchi d’albero in mezzo a una foresta di colorate case medievali o forse sembrano liquefarsi, come l’orologio appeso al ramo di Dalì.
In una notte di luna piena, il tortuoso sentiero della città incantata ci trasporta in un luogo di gioco e fantasia, in cui la città diventa lo scenario ideale per una fiaba e ci permette di immergerci in un sogno fatto di colori ed allegria.

Davide Ciolakoff


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